La fotografia in viaggio mi mette sempre un po’ di timidezza. Nel senso che appena arrivo ho la sensazione di dovermi affrancare dal mio strumento di lavoro. Ma ammetto che la macchina fotografica per me non è un semplice mezzo, ma essenzialmente sono i miei occhi e il mio racconto. Perciò non posso farne a meno. Non amo fotografare tanto i paesaggi, anche se mi rendo conto che sono imprescindibili perché parlano del contesto della mia esperienza. Mi piace moltissimo osservare le abitazioni. Sono attratta dai muri, dai colori degli intonaci e dalle strade. Ma ciò che amo di più sono le persone del posto, soprattutto gli anziani che chiacchierano nelle piazzette. E quando sono in giro con la mia famiglia ecco che i miei soggetti preferiti diventano inevitabilmente i miei figli.
Al contrario di ciò che si possa immaginare, non sono amanti delle fotografie e quasi sempre fuggono davanti al mio obiettivo. Non ci si sono abituati, proprio no, anche se a volte si rassegnano e si lasciano immortalare. Loro sono stata la mia scuola e mi hanno insegnato a essere sempre discreta e scattare quando meno se lo aspettano.
Capita che li sorprendo in un momento di relax o di gioco. Oppure mentre passeggiamo per qualche cittadina. Ecco che così diventano il filo del mio racconto di viaggio.
L’esperienza di viaggio con i miei figli mi ha fatto spesso domandare: “Pensa che bello sarebbe se ci fosse qualcuno con noi durante il nostro soggiorno, che potesse raccontare con le fotografie questa esperienza. Che bello sarebbe se io stessa potessi essere presente nelle fotografie e avere un ricordo della vacanza fatto da un narratore esterno a noi. Che bello sarebbe potersi dimenticare la macchina fotografica e diventare io stessa, insieme alla mia, famiglia, oggetto della narrazione.”
Per questo ho pensato di proporre un servizio fotografico come diario di viaggio. Un’esperienza unica nel suo genere, molto di più di un semplice racconto fotografico di famiglia.